giovedì 26 novembre 2015

Risposta del Presidente AFEA Onlus circa la lettera del Ministro della Difesa all'Onorevole Luigi DI MAIO



<<MARIO BARBIERI>>

SEDE NAZIONALE

 

ASSOCIAZIONE FAMIGLIE ESPOSTI AMIANTO ONLUS

Via Cisa Sud, n. 196 – 19037 Santo Stefano di Magra (La Spezia)

Tel.- Fax  0187/630251 – Cell. 3393179691


Sito WEB. http://afeaonlus.blogspot.it/

 

                                                                                                                                             RACCOMANDATA VIA PEC

Santo Stefano di Magra, lì  13 Novembre 2015

 

Prot.n. 0072/PR

Al                                                   

Onorevole Luigi DI MAIO

Camera dei Deputati

 

Onorevole Tatiana BASILIO

IV Commissione Difesa

 

                                      e, p.c.                   CAMERA DEI DEPUTATI

-         Segreteria Generale

-         Ufficio Banche Dati Parlamentari

 

Oggetto: Risposta scritta n.4-08875 del Ministro della Difesa Onorevole Roberta PINOTTI all’interrogazione dell’Onorevole Luigi di MAIO._     

 

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

 

Preg.mo Onorevole Luigi DI MAIO,

 

sono il presidente dell’Associazione Famiglie Esposti Amianto Onlus (A.F.E.A. Onlus) inscritta al Registro del Volontariato della Regione Liguria con decreto n.1930 in data 13-07-2011 e fondata da un folto gruppo di Ufficiali, Sottufficiali e Tecnici Civili del Comparto Difesa della Marina Militare, tutti purtroppo esposti all’amianto e, in maggioranza dei casi, portatori di patologie    ad esso correlate.

Oggi, diversamente da quanto sarebbe logico che accadesse, ci troviamo a dover combattere contro una cieca “burocrazia”        gestita da funzionari che nulla sanno della vita che noi abbiamo condotto in mare, imbarcati sulle navi della Marina Militare, con riferimento specifico dai primi anni 50’ all’inizio degli anni 2000. L’Amministrazione Militare non si è mai presa la responsabilità di AVVISARE il personale imbarcato del rischio che correva, adottando misure idonee atte a salvaguardarne l’integrità psico-fisica. Non ha mai dotato il personale (a qualsiasi livello) di mezzi di protezione individuale o collettiva idonei alla difesa delle prime vie respiratorie. Si è ben guardata dal sottoporre il Personale in quiescenza a visita medica preventiva, pur essendo a conoscenza di quali e quante patologie si sarebbero sviluppate negli anni a venire e quanti ex Militari sarebbero deceduti, totalmente abbandonati a se stessi. Proprio in virtù di questo “difetto” dell’Amministrazione Militare, pensammo di fondare la nostra Associazione all’inizio dell’anno 2010. Oggi siamo una realtà consolidata alla quale si rivolgono molti Militari in congedo e molti Civili della cantieristica navale, purtroppo in maggioranza  ammalati. Sappiamo bene cosa accade al “datore di lavoro” che non provvede ad assicurare i propri dipendenti contro i rischi derivanti dalla loro attività, quando incappano in qualche incidente. Il “datore di lavoro” viene perseguito penalmente e, laddove se ne accertino le responsabilità, viene condannato al risarcimento e, talvolta, a sanzioni penali coercitive. Nel caso dell’Amministrazione Militare tutto ciò non avviene.

Fatta questa doverosa premessa vengo al motivo della presente. Abbiamo letto con interesse ma, ancor più con stupore, la risposta del Ministro della Difesa, Onorevole Roberta Pinotti, alla Sua interrogazione parlamentare sulla tematica Militari/amianto. Evidentemente il Ministro vive in un altro mondo o, quantomeno, è male informata sulla reale portata del disastro che, noi Militari della Marina (in congedo) stiamo vivendo. Il Ministro parla di “77 decessi nella Marina Militare”. Forse dovrebbe moltiplicarlo per cinque tale numero. Sarebbe bastato interpellare l’Ispettore di P.G. Omero NEGRISOLO della Procura presso il Tribunale di Padova per avere un quadro quasi completo della reale situazione. Solo la nostra Associazione conta 14 decessi e 5 nuovi casi di “mesotelioma pleurico sarcomatoide” negli ultimi tre mesi. I casi più lievi di patologie asbesto correlate citate dal Ministro relative alla Marina Militare, vale a dire 102 casi dal 1996 a 1° quadrimestre del 2015, è un dato di pura fantasia.

Solo la nostra Associazione ne conta più di cento. Ripeto: il Ministro è male informato.

E’ in errore anche quando afferma che, visto la “lunga latenza” le patologie si manifestano in età avanzata (abbiamo avuto decessi intorno ai 56/60 di età !)  per cui ”il soggetto è assistito dal Servizio Sanitario Nazionale e, pertanto, eventuali patologie non vengono notificate alla sanità militare”. A questa Associazione risulta che il Servizio Sanitario Nazionale abbia l’obbligo di DENUNCIARE all’Autorità Giudiziaria i casi di patologie correlate all’amianto, specie quelle più gravi come il “mesotelioma”. A tale proposito sarebbe stato sufficiente consultare il RENAM (Registro Nazionale Mesoteliomi) che ogni regione ha l’obbligo di tenere aggiornato proprio in base alle informazioni ricevute dal Servizio Sanitario Nazionale. Anche il numero delle istanze presentate è assolutamente in difetto. Ma si comprende: è bene sminuire il fenomeno anziché presentarlo nella sua piena realtà. Sarebbe controproducente, specie per certi ambienti che hanno tutto l’interesse a celare la “polvere sotto il tappeto”. E ancora, il Ministro è in errore quando cita l’anno 1986

relativamente ad  una circolare emanata dal Ministero della Sanità che vietava l’uso dell’amianto nelle scuole e negli ospedali. Strano che, ancora oggi, le pavimentazioni degli ospedali siano di amianto (LINOLEUM) e che, proprio nel 1986 la Direzione Generale di NAVALCOSTARMI (Direzione Generale per la Costruzione delle Armi e degli Armamenti Navali, oggi denominata NAVARM) emanasse una circolare agli Arsenali Militari dove si ordinava di “non usare l’amianto blù (CROCIDOLITE - il più pericoloso) ma si poteva continuare ad usare l’amianto bianco (CRISOTILO)  fino ad esaurimento delle scorte”. All’epoca solo l’Arsenale di La Spezia ne contava 18 tonnellate nei suoi magazzini !

E’  sorprendentemente in errore quando afferma che, “dal 1992, tutte le unità navali sono state costruite e messe in servizio con la certificazione –amianto free- da parte del cantiere costruttore”. Ciò non corrisponde al vero e sappiamo, con assoluta certezza che, ancora nel 1995, venivano firmati contratti di costruzione che prevedevano l’uso dell’amianto a bordo. E’ ancora in errore quando afferma che “non esistono fonti di contaminazione da amianto sulle Unità navali costruite dopo il 1992 e, quelle costruite prima di tale data, sono state messe in sicurezza”. Allora quanto affermava il Capo Ufficio Stampa dell’allora Capo di Stato Maggiore della Marina, Capitano di Vascello (SM) Enrico PACIONI nel corso di un’intervista a cura della giornalista Stefania DIVERTITO che senso ha?. Se ne riporta qui uno stralcio:


Domanda della giornalista Stefania Divertito:“Ci giunge notizia di numerose navi in esercizio o ferme in disarmo che contengono ancora amianto: è possibile ipotizzare una bonifica..totale? …………………..
Risposta: “Dopo la legge per la messa al bando sono state emanate disposizioni per le bonifiche. Abbiamo mappato l'amianto presente,  pianificato bonifiche, effettuato campagne di monitoraggio. I materiali contenenti amianto sono stati messi in sicurezza secondo le prescrizioni di legge. Le attività di bonifica proseguono secondo una programmazione effettuata sulla base delle disponibilità finanziarie. Ma il piano è tuttora nel pieno della sua fase esecutiva. A oggi sono stati spesi 31,5 milioni di euro che hanno permesso di rimuovere l'amianto completamente sul 29% e parzialmente sul 54% delle 148 navi contaminate. Ma se il minerale è ancora presente, è incapsulato e reso innocuo. Sulle navi in dismissione il nostro impegno è garantire l'assenza di situazioni di pericolo. La Marina è vicina ai suoi uomini e non tace.”

Tale intervista risale al 14 dicembre 2012.

Si tenga conto che Nave A. VESPUCCI (veliero nave scuola) che praticamente di amianto non ne aveva (rispetto alle navi convenzionali), è stata “bonificata” nel corso di questo anno e sono stati tolti quintali di amianto !

Quindi possiamo affermare che il Ministro Pinotti è male informato oppure il Comandante Pacioni, all’epoca, prese un “abbaglio”.

Per quanto concerne le “CERTIFICAZIONI INAIL” di esposizione all’amianto emesse da detto istituto per il Personale della Marina Militare, dichiaro, e me ne assumo la piena responsabilità, che si tratta di una “commedia” montata ad arte al fine di NON RICONOSCERE  i  famosi “benefici previdenziali per i lavoratori esposti all’amianto in maniera ultradecennale” – Art. 47 e successive modificazioni (tante) ad alcun Militare in congedo. E’ qui necessario entrare nello specifico:

Al Militare imbarcato (l’imbarco è sempre stato considerato “Lavoro Usurante”, se ne tenga conto) venivano riconosciuti +2 anni ogni 5 effettivi d’imbarco (se Personale di Macchina) oppure +1 anno ogni 3 effettivi d’imbarco (se personale di coperta). Questi anni assegnati (detti anche “anni cumulativi d’imbarco”) ai fini pensionistici per anzianità di servizio, furono fatti “pagare” al Personale in servizio. Vale a dire gli assegnatari dovettero “riscattarli” versando i relativi contributi di tasca propria. Con l’emanazione della legge 257/92 che metteva al bando l’uso e la commercializzazione dell’amianto che venne sistematicamente applicata al personale civile (vi furono moltissimi lavoratori che, riconosciuti esposti all’amianto, andarono in quiescenza con dieci anni di anticipo). Come succede in Italia, tali benefici vennero applicati anche a coloro che di amianto non ne sapevano nulla e che non lo avevano mai visto. Tant’è che vi fu un esposto alla Procura della Corte dei Conti di Genova (anno 2008) la quale, come primo provvedimento, mise sotto sequestro tutti gli archivi INAIL della Liguria. Ma questa è un’altra storia. Ci si ricordò dell’esistenza dei Militari (della Marina) solo nel 2005(tredici anni dopo) quando SEGREDIFESA emanò una circolare, la n.1183 del 26-04-2005 che dettava i modi di presentazione delle istanze che i Militari (in servizio) avrebbero dovuto inoltrare alle sedi INAIL di residenza. Apriamo una parentesi: nel 2005 le CC.MM.OO. (Commissioni Mediche Ospedaliere dei Dipartimenti Militari di Medicina Legale della Marina Militare) non avevano ancora “tabellato” le patologie correlate all’amianto. Quindi, se un Militare si presentava a visita medico/legale presso una C.M.O. perché sofferente di una delle citate patologie, il verdetto della commissione era: NON CLASSIFICABILE ! E il Militare se ne tornava a casa (a bordo) con le pive nel sacco ! Torniamo alle “Certificazioni INAIL”. Segredifesa dava un tempo limite per la presentazione delle istanze all’INAIL: 15 Giugno 2005. Quindi, due mesi dopo l’emanazione della circolare 1183, scadeva il termine per la presentazione delle istanze. E il personale in quiescenza? Nessuna comunicazione dal Ministero della Difesa ! Coloro che presentarono l’istanza all’INAIL (come lo scrivente) potè farlo solo grazie al classico “passaparola”. Dobbiamo arrivare al 2013 prima che l’INAIL si decida ad emanare le prime certificazioni di esposizione all’amianto. Perché, nel frattempo, doveva concludersi la “commedia” o meglio, la trappola ordita a danno dei Militari. Troppi, veramente troppi per essere risarciti tutti ! Così l’INAIL, chiamata a fare la sua parte ma senza averne le DOVUTE conoscenze, iniziò ad agitarsi e chiese aiuto a PERSOMIL, a PERSOCIV e a SEGREDIFESA, l’artefice della commedia. E cosa diceva l’INAIL con la sua lettera prot. n. 0010467 del 02-12-2008? Queste testuali parole, tra le altre:

“Procedura questa (delle certificazioni…..nota dello scrivente) che si presenta da subito alquanto complessa e difficoltosa, poiché questo Istituto non possiede alcuna informazione specifica sui mestieri e sulle attività svolte nei siti militari e nelle unità della marina militare, diversamente dagli stabilimenti dell’industria privata, che sono stati sino ad oggi oggetto di simili indagini” Firmata dal Direttore Generale Mauro FANTI.

Quindi l’INAIL ammette di NON SAPERE NULLA ma è chiamata a “CERTIFICARE” ! E allora interviene in suo aiuto Segredifesa che, in una lettera datata 24-11-2009 a firma del Generale C.A. Biagio ABRATE (che firma per il ministro) dice all’INAIL di pianificare degli incontri con un “Gruppo Qualificato” di esperti del Ministero Difesa (di ogni FF.AA. denominato Focal-Point) in modo da “organizzare” al meglio la beffa a danno dei Militari. E questo avviene prontamente. La Direzione Generale – Ufficio Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (CONTARP) dell’INAIL, in accordo con il Ministero della Difesa, emana una “relazione tecnica”- N. rif. 241-14949 PAR in data 23-09-2013 con la quale, in buona sostanza, si “sfoltiscono” le fila degli Esposti all’amianto della Marina Militare. In che modo? L’INAIL, istruita a dovere dal Ministero della Difesa, certificherà quale “possibile” Esposto all’amianto SOLO IL PERSONALE di MACCHINA, vale a dire Meccanici, Motoristi, Elettricisti e TUTTI i Sommergibilisti per un fatto puramente ambientale.

L’INAIL riceverà i “Curriculum Lavorativi” rilasciati da PERSOMIL sui quali saranno riportate le mansioni di colui che è l’intestatario del C.L. Secondo la dicitura della mansione l’INAIL capirà se certificare o meno il soggetto quale “Esposto all’amianto”

Tale vergognosa “procedura” porterà al seguente paradosso:

-Personale di “Coperta” (quindi NON certificabile) già riconosciuto “VITTIMA DEL DOVERE” con tanto di attestato del Ministero della Difesa perché portatore di patologia correlata all’esposizione all’amianto,  sarà certificato dall’INAIL come “NON ESPOSTO ALL’AMIANTO”.

E a coloro che vengono certificati come “Esposto all’amianto” ? Per loro non andrà meglio. A richiesta, da parte dell’interessato, dell’attribuzione dei “Benefici Previdenziali per i Lavoratori Esposti all’amianto” il Ministero della Difesa (oppure l’INPS per coloro andati in pensione dopo l’1-1-2010) risponderà che “il periodo di esposizione all’amianto coincide con il periodo d’imbarco per il quale sono già stati assegnati gli anni cumulativi d’imbarco e che, lo stesso periodo, non può essere valutato due volte. E’ stato comunque operato il conteggio più vantaggioso (2/5 per l’imbarco contro 1,25 per l’esposizione all’amianto).

Quanto sopra potrebbe avere un senso QUALORA IL PERSONALE DI BORDO FOSSE STATO MESSO A CONOSCENZA DI ESSERE ESPOSTO ALL’AMIANTO !!!

Mi permetta di ringraziarLa, a nome di tutta l’Associazione, per quanto sta facendo.

Distinti saluti,

 

                                                                                                       A.F.E.A.  Onlus

                                                                                             IL PRESIDENTE NAZIONALE

                                                                                                SERARCANGELI PIETRO

 

Risposta del Ministro della Difesa Onorevole Roberta PINOTTI all'interrogazione parlamentare dell'Onorevole Luigi DI MAIO sulla tematica Militari/amianto.

PUBBLICO la lettera del Ministro della Difesa, Onorevole Roberta PINOTTI, quale risposta all'interrogazione parlamentare dell'Onorevole DI MAIO sulla tematica Militari/Amianto. La risposta del Ministro è quanto meno, INESATTA e lo potrete capire dalla mia lettera inviata all'onorevole di Maio che pubblico, come è necessario che sia: