martedì 10 marzo 2015


ALCUNE CONSIDERAZIONI IN MERITO ALLA “TUTELA DEI DIRITTI DEI MILITARI” :

Evidentemente, nel nostro Paese, si fanno migliaia di leggi che non vengono applicate ovvero vengono applicate soltanto ad alcune categorie di cittadini. Come definire un simile modus operandi? Viviamo in uno Stato Democratico nel senso più vero del termine oppure la classe politica che ci governa, la quale ha giurato di rispettare la Costituzione, è spergiura e colpevole consapevole di “delitti contro il Popolo” che spaziano tra l’associazione a delinquere, la corruzione, il ladrocinio, la concussione e chi più ne ha più ne metta? Nello specifico, l’Amministrazione Militare è colpevole  di NON aver  adeguatamente tutelato la salute del Personale prevedendo, così come avviene per i civili, di assicurarli presso adeguato istituto (INAIL) ? E’ colpevole di NON aver applicato la “Normativa di Sicurezza per la Tutela della Salute del Personale Militare Imbarcato sulle Navi da Guerra” relativamente all’esposizione all’amianto? Normativa esistente già dall’immediato dopoguerra ed emanata da CINCNAV (acronimo di Comando in Capo della Squadra Navale) che è stata, tra l’altro, presentata dall’Ispettore di PG O.N. nel corso di un’udienza del processo “Marina 1” conclusosi in appello a Venezia  con la “prescrizione” dei reati a carico degli imputati, gli “alti vertici militari” con funzioni di comando negli anni  50’ fino agli anni 90’ e oltre. La risposta non può che essere AFFERMATIVA!!! Ma, visto le compagini politiche che si sono avvicendate al governo di questo Paese negli ultimi 30 anni, la situazione è assolutamente calzante: Diritti calpestati, diritti negati, stravolgimento di ogni principio democratico di uguaglianza. Questa è l’Italia che i corrotti al comando hanno voluto!!!

Vorrei qui riportare uno stralcio di una relazione del Giudice del Lavoro Roberto Riverso:

-          Amianto, dipendenti pubblici e militari: l’insostenibile disparità di trattamento

-          Articolo 08.05.2013 (Roberto Riverso)

-          http://www.altalex.com/userfiles/images/Editoria/articolo_2_200.jpg“E’ noto che l’applicazione della normativa sui c.d. benefici previdenziali amianto sia divenuta una sorta di museo dell’assurdità, all’interno del quale si fa fatica a capire quando finisca l’ignoranza e dove inizi il dolo. Ciononostante era lo stesso difficile da immaginare che l’ordinamento potesse trattare in modo ottusamente sordo persino dipendenti pubblici ed organi dello Stato, come i militari, alla massa dei quali non disdegna trattamenti discriminatori nell’accesso ai benefici regolati dai commi 7 ed 8 dell’art. 13 della legge 257/1992 (e succ. mod.). Vero è che in questa materia quando uno pensa di aver già abbondantemente toccato il fondo, scopre che esiste un ulteriore fondo fatto di formalismo burocratico, disinteresse per il prossimo e per la giustizia” (estratto della relazione approntata per il convegno “Quale giustizia per gli esposti e le vittime dell’amianto?”
 Il Maresciallo Meccanico Giacomo Leopardi, deceduto per Mesotelioma Pleurico all'età di 70 anni il 4 novembre 2013 dopo indicibili sofferenze!
 Il Maresciallo Incursore Palombaro Paesani Loreto, deceduto a seguito di Mesotelioma Pleurico all'età di 63 anni l'8 agosto 2014!


 

-          PROCESSI – SENTENZE AMIANTO – COSA SI ASPETTANO I MILITARI

 

1)      Per concludere questo scritto sarebbe sufficiente una sola parola: GIUSTIZIA.

Ma, nel nostro caso, non stiamo scrivendo di un “classico” processo dove sono ben individuati e definiti i presunti colpevoli e le vittime. Parliamo di qualcosa di diverso, di nebuloso, di farraginoso. Infatti, se le VITTIME sono ben individuate e definite, senza ombra di dubbio, vale a dire le migliaia di Militari di Marina deceduti ovvero portatori di patologie più o meno gravi correlate all’esposizione all’amianto, altrettanto non si può affermare dei presunti colpevoli: I VERTICI MILITARI DELLA MARINA CON FUNZIONI DI COMANDO NEGLI ANNI CHE VANNO DAI 50’ FINO AGLI INIZI DEGLI ANNI 2000. Perché questa ulteriore problematica? Semplice: Le stesse persone accusate di crimini come l’omicidio colposo e chiamate a rispondere davanti al Tribunale di Padova, sono anche Vittime dell’amianto. Quindi, al tempo stesso, Vittime e carnefici. Certo, l’essere anche Vittime non li  esime dalle loro RESPONSABILITA’. Ma la domanda è un’altra: Sono veramente loro (i vertici militari) i responsabili? A mio modesto avviso, NO. Almeno non totalmente. Per un semplice fatto. Un Militare ha un potere decisionale limitato, anche ai più alti livelli. Per meglio comprendere porto questo esempio. Ammettiamo che si fossero volute applicare le normative a tutela della salute dei Militari imbarcati dotandoli dei mezzi di protezione idonei ad impedire l’inalazione di fibre d’amianto. Mi viene da pensare alle mascherine dotate di filtro intercambiabile. Mascherine che  tutto il personale (di qualsiasi livello) avrebbe dovuto indossare H24, quindi anche dormendo perché, è bene ricordarlo, non c’era locale a bordo ove non vi fosse presenza di amianto. L’amianto era in ogni luogo, anche in minima parte ma in ogni locale. Credete sarebbe stato possibile vivere così? E per poter parlare? E per poter mangiare? L’unica soluzione (adottata, se non erro, dalla Marina Francese negli anni 60’) sarebbe stata quella di fermare l’intera flotta per alcuni anni e BONIFICARE tutte le Unità Navali della Marina Militare!!! Chi, nelle “alte sfere”, avrebbe avuto il coraggio di proporre (al ministro della difesa? Al Presidente della Repubblica?) una simile azione senza essere preso per pazzo o, quantomeno, giocarsi la carriera? Perché qui dobbiamo essere ONESTI. Il vero colpevole, a mio avviso, è e rimarrà lo STATO al quale è demandata, come recita la nostra Costituzione, la TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA. Qui non ci sono mezze misure, non ci sono scappatoie. Qualcuno però ha pensato ben altro in modo da non porre lo Stato sul banco degli imputati. Ecco perché l’avvocatura dello Stato difende gli imputati!!! Perché, in effetti, difende se stesso!!! I processi di Padova sono una sorta di guerra dello Stato (Procura di Padova) che combatte contro se stesso (gli imputati dipendenti dello Stato). E’ un poco strano perché, posso assicurare, che se un Militare commette un reato mentre è in servizio, viene arrestato (se il reato lo prevede) dalle forze dell’ordine e processato. E deve, quindi, pagarsi un avvocato. Non è certo l’avvocatura dello Stato a difenderlo. Se gli imputati in qualità di Vertici al Comando nei vari settori, fossero stati considerati veramente colpevoli dallo Stato, avrebbero dovuto, in primis, provvedere alla loro difesa pagando di tasca propria. Orbene, queste sono considerazioni che mi appartengono e che possono non essere condivise. Siamo nel campo di una logica opinabile quanto si vuole. Ma questo è il mio pensiero. E veniamo alle aspettative.

2)      Non è difficile fare dei pronostici visto come si è concluso il processo “Marina 1” . Ma qui non stiamo giocando a calcio. Qui parliamo di Persone con brillanti carriere alle spalle, parliamo di Ammiragli con alto senso del Dovere e dotati di Dignità non in vendita. E parliamo di migliaia di Vittime Innocenti la cui unica colpa è stata quella di servire il proprio Paese incondizionatamente. E parliamo di centinaia di Deceduti (Ufficiali, Sottufficiali e Marinai) che hanno lasciato nel dolore le proprie Famiglie. Nel processo “Marina 2” che si va ad iniziare (la prima udienza si terrà il 25 maggio presso il Tribunale di Padova) è chiamato a rispondere, quale imputato, lo stesso MINISTERO DELLA DIFESA. E qui scappatoie non ce ne sono. E’ lo Stato sul banco degli imputati. Qui la prescrizione va a farsi benedire. E la condanna è certa perché, se mai fosse necessario ricordarlo, la prescrizione NON ANNULLA IL REATO!!! Lo prescrive ma non lo annulla. Quindi l’imputazione rimane. E allora possiamo rispondere alla domanda: COSA CI ASPETTIAMO? Giustizia, cioè la CONDANNA DELLO STATO  e un PROCESSO CIVILE che risarcisca adeguatamente TUTTI COLORO CHE HANNO DOVUTO SUBIRE GLI EFFETTI DELL’ESPOSIZIONE INCONSAPEVOLE ALL’AMIANTO!!! GIUSTIZIA!!!              

Pietro Serarcangeli – 09 Marzo 2015

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